Milano Food Week 2019: Starbucks e il caffè come esperienza | Robert Cutty
17664
post-template-default,single,single-post,postid-17664,single-format-standard,bridge-core-2.9.4,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode-theme-ver-29.7,qode-theme-bridge,qode_header_in_grid,qode-wpml-enabled,wpb-js-composer js-comp-ver-6.7.0,vc_responsive

Milano Food Week 2019 e Starbucks: quando il caffè diventa un’esperienza

In questi giorni a Milano è di scena la Food Week 2019: iniziata il 2 maggio, ci terrà occupati con i suoi eventi fino al 9 dello stesso mese. Ne abbiamo approfittato per farci un giretto e prendere qualche spunto dalle varie degustazioni. Nel Brian & Barry Building, in via Durini 28, Starbuks ha colto l’occasione per far conoscere la sua varietà di punta, l’Ethiopia, e proporre un’esperienza gustativa con cui far innamorare gli amanti del caffè!

Starbucks e il caffè come esperienza

Federica Parisi, Learning and Development Manager della catena americana, ci ha raccontato dei chicchi di caffè Ethiopia, fatti su qualità arabica:

starbucks caffè

Federica Parisi, Learning and Development Manager di Starbucks Coffee Italy

Ci sono principalmente due tipologie di caffè al mondo: arabica e robusta. La prima si coltiva a 2000 metri di altezza, ed è più pregiata. La miscela robusta è un po’ più amara ed ha un po’ più di caffeina. Solitamente è quella che piace di più agli italiani. Starbucks sceglie solo l’arabica, perchè vuole attenersi ai migliori standard di qualità.

Dopo questa piccola introduzione abbiamo aspettato il nostro caffè. La preparazione dell’infuso usando la French Press è stata molto precisa: 54 grammi di macinato messo ad infusione in acqua bollente per 4 minuti circa.

 

 

 

 

 

 

Si comincia!

caffè starbucks

Caffè arabica Starbucks.

Ottenute la nostre tazzine siamo stati invitati, prima della prima sorsata, a godere delle sfumate note aromatiche attraverso l‘olfatto, cercando di scovare le più piccole variazioni dolci o amare del caffè.

Personalmente abbiamo sentito note fruttate di ciliegia e di altri imprecisati frutti esotici, e naturalmente un deciso sentore di caffè tostato, differente però dall’aroma di quello delle macchinette o della moka.

Dopo la fase olfattiva, siamo passati alla fase gustativa vera e propria, con qualche piccola indicazione, come ci ha spiegato Federica:

Quando si beve il caffè, se si vuole assaporarne in maniera completa l’aroma bisogna fare un piccolo “risucchio” mentre lo si beve, perchè in questo modo l’ossigeno che viene inghiottito insieme alla bevanda reagisce con l’aroma restituendo alla prima un gusto particolare”

Effettivamente, dopo aver provato a berci la nostra tazzina in questo modo, il gusto è stato molto diverso rispetto a quanto ci aspettassimo. In questo modo abbiamo notato molto chiaramente, anche questa volta, come prima cosa delle note fruttate e molto dolci, e pochi secondi dopo un ritorno aromatico di gusto propriamente “caffè”.

 

Il caffè come base per contrasti aromatici

Oltre all’assaggio della varietà Ethiopia con i due sensi dell’olfatto e del gusto, abbiamo anche assaggiato la bevanda insieme a dei dolci propostici, per godere dell’accostamento simultaneo di sapori insoliti.

Seguendo ancora le istruzioni della manager di Starbucks abbiamo tenuto in bocca un pezzo di cheescake mandandolo giù con il caffè.

Facendo così si è creato in bocca un mix decisamente originale, dovuto alla dolcezza del pezzo di torta che si fondeva con l’amaro dell’espresso: certamente un bel contrasto!

Stessa cosa con un biscotto al cioccolato molto morbido e gustoso: anche stavolta una fusione di gusti singolare ed originale.

Conclusioni e  spunti

Per quanto breve, è stata un’esperienza intensa.

Starbucks ha puntato, anche per questo evento, all’esperienza percettiva e gustativa che non fosse incentrata solo ed esclusivamente sul gusto.

La catena di caffè statunitense sta pian piano conquistando sempre più terreno nella nostra patria, chiaramente ultracompetitiva per quanto riguarda questa bevanda. Proprio perchè la nostra tradizione è molto forte, il terreno su cui l’azienda del CEO Kevin Johnson sta battendo è quella emozionale e fortemente personalizzata, esperienziale.

Dobbiamo certo confermare che, con questo tipo di approccio, si può bere una tazzina di caffè in maniera completamente differente rispetto a quanto siamo abituati a fare. Olfatto e gusto, insieme a tutti gli altri sensi, contribuiscono insieme ad elevare il caffè a rinnovato ambasciatore di nuovi modi di vivere questa bevanda.

Vedremo con il tempo quale strategia adotterà Starbucks per conquistare sempre più cuori italiani: la strada sembra certo quella giusta!

 

 

 

2 Comments

Post A Comment